Facebook aggiorna la sua politica di marketing: per pubblicizzare i giochi online con vincite in denaro servirà l’autorizzazione scritta di Meta

Facebook, per pubblicizzare il gioco servirà l’autorizzazione di Meta

Facebook aggiorna la sua politica di marketing: per pubblicizzare i giochi online con vincite in denaro servirà l’autorizzazione scritta di Meta

Una nuova politica di marketing adottata da Facebook richiederà ai casinò online che vogliano proporre la propria pubblicità sulla piattaforma un’autorizzazione scritta da parte di Meta Platforms.

Per ottenere l’autorizzazione da Meta, società madre del social network, l’operatore dovrà presentare delle prove che dimostrino che i servizi di gioco offerti siano pienamente autorizzati da un’autorità di regolamentazione, o comunque legali nella regione geografica in cui si desidera pubblicizzarli.

Un cambiamento che dunque tocca minimamente l’Italia, dove la pubblicità di “giochi e scommesse con vincite di denaro” è in toto già vietata su tutti i canali “informatici, digitali e telematici, compresi i social media” (oltre che in eventi e manifestazioni) dal Decreto dignità del 2018.

I segmenti inclusi in questo aggiornamento comprendono tutte le forme di gioco d’azzardo online, bonus, promozioni e giochi in cui è richiesta una scommessa in denaro per partecipare a una competizione o il cui premio è di valore monetario, mentre vengono escluse le operazioni terrestri, le lotterie statali e i giochi free-to-play.

Una clausola impone che nessuna pubblicità di questo genere possa comunque essere indirizzata a minori di 18 anni, mirando così a contrastare un trend pericoloso già registrato in passato.

Facebook Gaming

Nel 2019 un’indagine congiunta del Guardian e della Danish Broadcasting Corporation ha svelato che quasi centinaia di migliaia di account appartenenti a bambini erano contrassegnati con un interesse per il gioco d’azzardo.

Facebook ha poi contrassegnato 740.000 account in Europa appartenenti a minori di 18 anni con un tag di interesse per il gioco d’azzardo.

I tag del social network, generati automaticamente in base all’attività dell’utente, consentono agli inserzionisti di targetizzare il pubblico delle proprie campagne pubblicitarie in base agli interessi.

Sempre nel 2019 Forbes ha riferito che la società pubblicitaria con sede nel Regno Unito The Spinner stava collaborando con diverse società di giochi sfruttando i meccanismi di Facebook per manipolare gli utenti e indurli a giocare più di quanto avessero voluto.

Questa forma di manipolazione chiamata “sniper targeting” (“targeting da cecchino”) prende di mira singoli utenti con una fornitura regolare di post incentrati su un particolare argomento.

Il portavoce di The Spinner Elliot Shefler affermava che la pubblicità fornita su Facebook era indirizzata agli utenti risultati significativamente più coinvolti rispetto ai giocatori che non erano stati esposti ai contenuti, dichiarazioni al seguito delle quali Facebook decise di intraprendere un’azione legale contro l’azienda.

Meta è tornata al centro dell’ennesimo tourbillon mediatico di recente, quando l’attivista per i diritti umani Tanya O’Carroll, citandola in giudizio, ha sostenuto che il gigante dei social media abbia violato le leggi sui dati del Regno Unito non rispettando il suo diritto di richiesta a Facebook di interrompere la raccolta e l’elaborazione dei suoi dati.

O’Carroll ha depositato il ricorso in High Court ed è attualmente in attesa dell’accettazione del reclamo da parte di Meta e della notifica sull’intenzione della società di difendersi.

Intervistata dal programma ‘Today’ di BBC Radio 4, O’Carroll ha dichiarato: “Questo caso riguarda davvero tutti noi che vogliamo essere in grado connetterci ai social media alle nostre condizioni e non accettiamo che veniamo sottoposti a una sorveglianza di tracciamento estremamente invasiva sul nostro profilo solo per poter accedere al servizio”.

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